10 Luglio 1981
Dov’è ora quel caldo che sa di mare
che culla in sé ciò che fu amore
nel tempo degli anni a seguire.
Dov’è quel molo solitario e nudo
vestito di stelle e d’acqua cheta
che videro il primo di milioni,
milioni di baci del tuo cuore
quando fosti cielo e onda lenta,
orizzonte sconfinato dei giorni
che come lucciole danzanti per noi,
si inseguirono col fiato lungo
e con quello corto, vivendo di più.
Dov’è ora quel tuo lieve abbraccio
che nella sabbia tiepida ci prese
e nelle ultime luci lontane,
senza nulla chiedere, da timido
crebbe, si fece sincero gigante
rifugio per le nostre debolezze,
braccio vitale delle nostre ali.
Dov’è ora quella luce infinita
ch’ebbero per me e la tua genia,
i verdi occhi in cui perdermi,
il sorriso di tutta una vita
rassicurante faro d’ogni giorno.
Sotto quel cielo nell’aria di mare
scoprimmo il gran tempo condiviso,
sereno come i nostri pensieri
e giovane come le nostre braccia,
emozione per noi ancor illusi
come adolescenti che da poco
senza volere, non eravamo più.
Dove sei nelle righe della vita,
ora che nella vita scrivo per te
ora che il caldo non sa di mare
ora che lascio orme sulla sabbia
ora che corro solo su quel molo
fin quando ritroverò te Francesca.