Prospettive e Fughe
Siedo dinnanzi alla musica.
M’investe ora al traverso
la tempesta d’idee salate
che fu brezza di note in minore
indistinte nel bavero rialzato
dell’ennesimo nuovo perché,
ricercato, ritrovato, sfiorato.
Sorprendo me stesso scrutando,
di lato e accostato a nude feritoie,
teorie mai sazie d’alberi maestri
indifferenti all’imbardata nuova.
Improvviso scossone dello scafo
culla di certezze raccolte in calma,
spirituale attesa silente.
M’accorgo di me stesso stupito
nelle armonie lievi e nascoste
ovunque io volga lo sguardo
affamato di nuove prospettive
che mi aspettano come amanti
pazienti senza contorni di tempo,
tenui profili lieti d’anime belle.
Siedo immerso nella musica.
Scorrono e scivolando m’avvolgono
note forestiere e ritmi tribali
eseguendo inviolabili geometrie,
madri d’ invisibili diffrazioni
e com’io fossi ostacolo amico
ora s’inseguono nuove fughe.