Lo sapesse
Lo sapesse questa luna che, di notte,
mi rivolge uno sguardo distratto,
persa in uno sfilaccio di nuvola interrotta
così come mille e una vita
scivolate via senza una ragione.
Lo sapesse quella lingua di campi
immersi nella nebbia così impalpabile
e così presente sul mio orizzonte
sempre in cerca di equilibrio
tra l’azzurro terso e l’odore di terra umida.
Lo sapesse il rapace in volo
che mi lancia un saluto fugace
prima di calarsi sulla preda
ignara del suo ultimo sospiro
per poi scivolare più in là,
col vento, nel vento.
Lo sapesse quel pomo ribelle sul ramo,
ancora appeso fuori dal tempo,
beccato e succhiato
frastagliato da gocce violente
e grandine e sole impietoso,
fino all’ultimo raggio della sera.
Ma non lo sanno,
non sanno come io so che manchi.
Manchi sempre nel giorno dal respiro crudo
e in quello della felicità delicata
che sfiora la pelle come timida carezza.
Manchi nella notte dei sogni
involontari e intensi
come se la vita fosse il sonno e mai la veglia
e manchi al risveglio quando l’aria è diversa,
densa di un solo respiro
e la coperta è abbondante.
Manchi.
Semplicemente,
irrazionalmente,
inevitabilmente,
irrimediabilmente
manchi.
Poesie di Arnaldo Balatroni – Tutti i diritti riservati – E’ consentita la condivisione e la riproduzione solo citando l’autore.